Nottetempo: appunti sul Mondo Onirico
“Ti devo raccontare cosa ho sognato stanotte!”: questa frase, così comune in tutti gli ambienti (scolastici, familiari, lavorativi), provoca spesso nello sfortunato interlocutore un moto di fastidio e un’alzata di occhi al cielo a stento repressa. Infatti, per la maggior parte delle persone (se escludiamo qualche “curioso cronico” e alcuni addetti ai lavori in campo psicologico, mossi dalla cattiva abitudine di lavorare fuori cotesto), stare a sentire i sogni degli altri è una seccatura, proprio perché sono sogni altrui.
Il fascino del Mondo Onirico
Ma come mai il proprio mondo onirico è così incredibilmente affascinante? Se non ci credete, provate a pensare a tutte quelle persone che si precipitano a giocare al lotto i numeri bisbigliati in sogno da vecchie zie defunte, convinti, almeno da qualche parte di se stessi, dell’esattezza della previsione. E a chi non è successo di leggere nel sogno fatto durante la notte, un presagio di quanto sarebbe poi accaduto il giorno seguente? All’estremo opposto, vi è poi il pensiero, condiviso da molti, che i sogni non contengano assolutamente nulla e siano del tutto privi di significato.
Mondo Onirico: “informazioni tecniche” sul sogno
Prima di tutto, alcune informazioni tecniche: il fenomeno del sogno indica che continuiamo a pensare anche mentre dormiamo, nonostante il pensiero onirico differisca in vari modi da quello in stato di veglia. Il sonno è uno specifico stato di coscienza durante il quale la nostra mente costruisce storie vivide (Atkinson & Hilgard, 2009).
Ci sono persone che sono abituate a sognare molto, e, una volta sveglie, sono convinte di ricordare per filo e per segno tutti i sogni fatti; all’opposto, esistono persone che affermano di non sognare mai.
Mondo Onirico. Ricordare i sogni
In realtà, prove raccolte attraverso studi sul sonno REM (rapid eye movement) suggeriscono che chi non ricorda, spesso sogna quanto chi ricorda: se si mette una persona che giura di non avere mai sognato in un laboratorio per la ricerca sul sogno e la si sveglia durante il sonno REM, si può ottenere un ricordo dei sogni in quantità confrontabili con la norma.
Perciò, l’affermazione “io non sogno mai” significherebbe “io non riesco a ricordare i miei sogni” (ibid.).
Dove sta allora la differenza? Il modello generalmente più accettato pone l’accento sugli elementi di distrazione che sopraggiungono nel momento del risveglio, che impediscono il consolidarsi del ricordo del sogno fatto; in linea con quest’ipotesi, sembra che la motivazione a ricordare i propri sogni e l’interesse per questi, rappresentino elementi significativi che favoriscono la capacità di ricordo (ibid.).
Mondo Onirico e la teoria freudiana
Molte persone, incuriosite all’idea di avvicinarsi al pensiero di colui che rimane famoso per avere dato ai sogni un ruolo centrale nella comprensione della mente, si sono cimentati nella lettura dell’Interpretazione dei sogni (1900) di Sigmund Freud, per poi rendersi conto che non era la lettura da spiaggia che il titolo suggeriva. Secondo Freud, i sogni rappresentano la via regia per accedere all’inconscio, e sono sempre, tranne rarissime eccezioni, l’appagamento di un desiderio del sognatore (non sempre di natura sessuale, come vuole una certo “pensiero popolare” derivato da una mistificazione del pensiero freudiano!). Attualmente, nella teoria e nella pratica psicoanalitica, rimane valida l’intuizione di Freud che il sogno costituisca un contributo molto privato e individuale della vita del paziente e, in quanto tale, riveli aspetti molto specifici della personalità del paziente stesso (Mazzeschi & Salcuni, 2002).
Mondo Onirico: sogni come elementi preziosi di conoscenza di sè
I sogni infatti, secondo la teoria psicoanalitica, danno voce alla nostra parte più profonda e nascosta, facendo emergere, nel momento in cui durante il sonno le nostre difese psichiche cedono un po’, la parte di noi stessi di cui siamo meno consapevoli. I sogni perciò, non sono mere immagini di quanto accaduto durante il giorno che viene riproposto meccanicamente dal cervello, ma elementi preziosi per imparare a conoscere meglio noi stessi, portando alla luce le nostre preoccupazioni, paure, bisogni, speranze.
Mondo Onirico. Il linguaggio complesso dei sogni
Purtroppo, i sogni ci parlano il più delle volte attraverso un linguaggio complesso, che non è così facile comprendere; ogni sogno è unico, così come è unico ogni sognatore, in quanto persona con una propria vita e con proprie vicende personali, configurando un contesto ben preciso all’interno del quale il sogno va compreso: non esiste un’interpretazione del sogno che sia valida per più di una persona, né esiste un’unica interpretazione possibile per un dato sogno. Perciò, non hanno alcun significato le interpretazioni che ci vengono offerte dai manuali o da conoscenti troppo fantasiosi, perché ogni sogno ha un significato unico per ciascun sognatore: è possibile che due persone sognino la medesima cosa, ma una stessa immagine sarà frutto di esperienze di vita differenti e di diversi modi di concepire il mondo. L’immagine onirica di una farfalla dalle ali nere potrà, ad esempio, significare per qualcuno desiderio di libertà, ma per qualcun altro il colore nero dell’animale potrebbe rappresentare il dolore per lutti subiti.
Mondo Onirico. I sogni comuni
Tuttavia, è interessante ricordare che esistono sogni comuni, cioè immagini che si ripetono, pressoché invariate, da persona a persona: sognare di volare, di trovarsi in luogo pubblico senza i vestiti… il classico sogno in cui bisogna rifare l’esame di maturità. Questi sogni sembrano rappresentare (con le debite differenze individuali) paure, desideri, bisogni o addirittura ricordi che accomunano tutte le persone: davanti a situazioni che impongono una prova da sostenere, ecco ricomparire i nostri vecchi professori che chiedono di dimostrare le nostre conoscenze; il sogno del volo, potrebbe richiamare l’antico ricordo di qualcuno che, tenendoci tra le braccia da bambini, ci ha fatto “volare” in aria; la sensazione imbarazzante di trovarsi nudi di fronte a sconosciuti, potrebbe simbolicamente rimandare a quei momenti della vita in cui ci sentiamo “denudati” e senza protezione, esposti allo sguardo giudicante degli altri.
Mondo Onirico. I sogni ricorrenti
Infine, quale significato per i sogni ricorrenti, cioè quei sogni che si ripetono mostrando caratteristiche invarianti, di notte in notte? Sicuramente questa categoria di sogni fa nascere molti interrogativi nella mente del sognatore: perché continuare a sognare sempre la stessa cosa? Invitando come sempre alla dovuta cautela, la funzione del sogno ricorrente potrebbe essere proprio quella di evidenziare un nodo attorno al quale la persona si sta arrovellando: un problema pressante che esige soluzione, un bisogno (magari non ascoltato perché non compreso a livello consapevole) che chiede di essere accolto, una situazione che genera preoccupazione.
Mondo Onirico. Il sogno è del sognatore
È importante ricordare che il sogno è del sognatore, e riguarda lui e lui soltanto: è per questo che spesso i personaggi che popolano i nostri sogni non rappresentano le persone reali appartenenti alla quotidianità, ma vanno letti come parti di noi stessi. Se una persona sogna di assistere al litigio tra due amici, può darsi che i due protagonisti della lite siano in realtà due parti del sognatore che in quel momento della vita si trovano ad essere in conflitto: ad esempio, una parte che vuole partire, un’altra che vuole restare, una parte che vuole lasciare il proprio partner, un’altra che invece vuole portare avanti la relazione.
Mondo Onirico. Un racconto sul sogno
Se da una parte è vero che il sogno appartiene al sognatore, e non sembra possedere capacità profetiche né può essere trasmesso da una mente all’altra, è suggestiva l’idea che, in un suo racconto, dà dei sogni la scrittrice giapponese Banana Yoshimoto. Sonno profondo racconta la storia di una donna, Shiori, il cui lavoro consiste nel dormire accanto ai clienti: non vende il suo corpo, ma la presenza silenziosa nel letto di chi ne fa richiesta. Il compito di Shiori è quello di vegliare il sonno delle persone, rimanendo sveglia tutta la notte e accompagnando dolcemente eventuali risvegli notturni dei clienti. Ci sono delle volte però che Shiori, vinta dalla stanchezza, si addormenta, e allora fa dei sogni che non le appartengono:
“a volte, mentre mi dico che non mi devo addormentare, mi capita di appisolarmi leggermente e di fare dei sogni paurosi, surreali. Sogno di essere a bordo di una nave che sta affondando, di perdere delle monete che avevo raccolto, o sogno il buio che entra dalla finestra e mi soffoca… Mi sveglio con il cuore in gola, spaventata. Sì, ho proprio paura. E guardando la persona che dorme accanto a me, penso: Ma certo, quello che ho appena visto è il suo paesaggio mentale. E se penso a che visione desolata, dolorosa, brutale, quella persona si porta dentro… ho paura”.
Mondo Onirico. Il desiderio di condividere i sogni
Questo breve stralcio, pur suggerendo la fantasiosa idea che i sogni siano in qualche modo passibili di trasmissione psichica sottolinea come, a volte, i sogni possano essere ingombranti, pesanti, perché attraverso le immagini che propongono, drammatizzano il mondo interno del sognatore. Forse, il desiderio proprio di molte persone di raccontare agli altri i sogni, è da ricercare proprio nel bisogno di condividere la pesantezza dell’impatto con aspetti del proprio mondo interno, che, come sappiamo, è in quanto tale sconvolgente, essendo così profondo da contenere cose di cui non siamo consapevoli e che fatichiamo a immaginare.
Mondo Onirico. Bibliografia
:: Atkinson, W.W, Hilgard, E.R. (2009) Introduzione alla psicologia. Piccin-Nuova Libraria Ed.
:: Lis, A., Mazzeschi, C., Zennaro, A. (2002). La psicoanalisi. Carocci Ed.
:: Yoshimoto, B. (1989). Sonno profondo. Feltrinelli Ed., Milano