Psicologia delle masse

Leadership dei gruppi: la scelta del capo

Leadership dei gruppi
Scritto da Adriano Legacci

Leadership dei gruppi. Come le masse scelgono il proprio leader

Come riportato nel precedente articolo, i singoli che compongono il gruppo hanno in comune degli assunti di base che determinano la struttura e il processo gruppali.

I tre assunti di base descritti (dipendenza, attacco-fuga e accoppiamento) hanno la funzione di mantenere sotto controllo le ansie primitive innescate dall’esperienza gruppale; in tale accezione possono essere identificati come meccanismi di difesa del gruppo.

Di seguito spieghiamo come si struttura la leadership dei gruppi in base ai diversi assunti di base.

1. Leadership dei gruppi e gruppo di dipendenza

“Il primo assunto è che il gruppo si riunisce allo scopo di essere sorretto da un capo, dal quale dipendere, per ricevere nutrimento, materiale e spirituale, e protezione (…). Si può capire l’assunto di base solo se le parole con cui l ‘ho formulato sono prese alla lettera e non in senso metaforico” (Bion W.R., 1961:157).

Dall’esperienza clinica di Bion, propedeutica rispetto alle formulazioni teoriche, si ricava il seguente passaggio: “Dissi allora che io ero diventato una specie di divinità per il gruppo; che le domande mi venivano rivolte come a uno che sapeva le risposte e non aveva bisogno di fatica per trovarle” (Bion W. R., 1961 : 158).

Nel gruppo di dipendenza, rileva Bion, al posto del capo ci può essere la storia del gruppo. “Un gruppo, che si lamentava della propria incapacità a ricordare ciò che era avvenuto nelle sedute precedenti, decise di registrare le sue riunioni. Questa registrazione divenne allora una ‘bibbia’, un testo sacro al quale ricorrere se, per esempio, l’individuo che il gruppo ha investito della leadership, dimostra di non essere in grado di assumere le caratteristiche proprie del capo del gruppo di dipendenza” (Bion W.R., 1965:165). L’assunto di base sembra restare, anche in tale caso, “l’esistenza di un oggetto esterno la cui funzione è quella di dare sicurezza a un organismo immaturo” (Bion W. R., 1961: 82).

2. Leadership dei gruppi e gruppo di accoppiamento

Bion riconosce come caratteristica primaria del gruppo di accoppiamento un’atmosfera di “aspettativa e di speranza“. I sentimenti che si vengono (…) ad associare al gruppo di accoppiamento si trovano all’estremo opposto dei sentimenti di odio, distruttività e disperazione. Perché siano conservati questi sentimenti di speranza è essenziale che il capo del gruppo, contrariamente a quello del gruppo dipendente o del gruppo attaccofuga, non sia nato. È una persona o un’idea che salverà il gruppo (in sostanza dai sentimenti di odio, distruttività e disperazione esistenti in questo o in un altro gruppo), ma naturalmente questa speranza messianica non si deve mai realizzare.

Una speranza sussiste fino a quando rimane tale. La difficoltà sta nel fatto che, grazie alla razionalizzazione della nascente sessualità del gruppo, e cioè al preannuncio del sesso che si fa strada come speranza, il gruppo di lavoro tende a dirigere i suoi sforzi verso la creazione di un Messia, sia esso una persona o un’ idea o un’utopia” (Bion W. R., 1961: 161-162).

“Nel gruppo di accoppiamento il capo è ‘inesistente’, cioè non nato. Non è necessario che il capo si identifichi con un individuo del gruppo; non è nemmeno necessario che sia una persona ma può essere identificato con un’idea o con un oggetto inanimato (…). Il genio non nato, o Messia, per soddisfare la funzione del gruppo di accoppiamento deve rimanere inesistente” ( Bion W.R., 1961:165).

“A volte è possibile accorgersi che il genio non nato del gruppo di accoppiamento è molto simile al Dio del gruppo di dipendenza; certamente quando il gruppo di dipendenza si appella all’autorità di un capo ‘passato’, esso si avvicina molto al gruppo di accoppiamento che fa appello, invece, a un capo ‘futuro’. In entrambi i gruppi il capo non esiste, ma c’è una differenza di tempi e di emozioni. (Bion W.R., 1961: 176)

3. Leadership e gruppo attacco-fuga

“Il capo riconosciuto di un gruppo che si trovi in questo stato mentale è quello che pone al gruppo delle richieste che possono essere percepite come occasioni di fuga o di attacco e che viene ignorato qualora le sue richieste non siano di questo tipo. In un gruppo terapeutico l’analista è il capo del gruppo di lavoro. L’appoggio emotivo di cui l’analista può disporre è soggetto a fluttuazioni a seconda dell’assunto di base attivo e a seconda che egli agisca in modo adeguato al ruolo che viene richiesto al capo in questi vari stati mentali” (Bion W. R., 1961: 162-163).

“L’esistenza di un tale assunto di base aiuta a spiegare perché nei gruppi, dove è riconosciuta la mia supremazia come capo del gruppo, io vengo anche giudicato come uno che si sottrae al proprio compito. Il tipo di leadership che il gruppo riconosce come adatta, è quella dell’uomo che mobilita il gruppo per attaccare qualcuno, oppure per guidarlo nella fuga (…); i capi che non combattono e che non fuggono difficilmente vengono compresi” (Bion W. R., 1961:73).

“Nella ‘cultura attacco-fuga’ le reazioni del gruppo portano in evidenza le persone con tratti paranoicali” (Bion W.R., 1961:81).

“Alcune difficoltà per lo psichiatra derivano dal fatto che il suo compito non si accorda facilmente con quello che si richiede al leader del gruppo secondo l’assunto di base (…). Quando il terapeuta comincia a sospettare che la buona opinione che ha di sè sia condivisa dal gruppo, dovrebbe domandarsi se la sua leadership ha cominciato a corrispondere alle richieste dell’assunto di base” (Bion W.R., 1961:81-82).

4. Leadership e reciproco di ‘abD’

“L’aspetto semplice dell’assunto di base di dipendenzaabD‘ compare quando tutte le persone guardano a me come a una persona con cui ognuno ha un rapporto di tipo esclusivo” (Bion W.R., 1961:128).

Tutti i fatti che contrastano con l’idea che il terapeuta possa risolvere tutti i problemi individuali, occupandosi individualmente di tutti, vengono sistematicamente negati dal gruppo. “Tra questi fatti non desiderati ci sono le interpretazioni (…). Quando il gruppo non può più ignorare queste interpretazioni, a volte le assorbe nel sistema ‘abD’, trattandomi come fossi un bambino che deve essere assecondato con indulgenza nel suo esibizionismo. Entra in gioco così lo stato che ho descritto come il reciproco della forma ‘semplice’ di abD e cioè non sono io a nutrire e a proteggere il gruppo, ma è i gruppo che mi nutre e mi protegge (Bion W.R., 1981:128).

Questo stato di cose ha delle implicazioni strettamente connesse alle sorti della leadership:

“Il gruppo di tanto in tanto protesta che io sono il paziente e talvolta afferma che, come tale, sono io che traggo beneficio dall’esperienza di gruppo (…); può darsi che io mi trovi così a rappresentare il paziente che ottiene più cure del dovuto ed è una convinzione di questo genere che spinge il gruppo a scegliersi come leader un altro membro del gruppo. Comunque possa essere, il nuovo capo, secondo tutte le mie esperienze è un perfetto caso psichiatrico. Egli viene esaltato perché fa progredire il gruppo, perché parla liberamente, in un parola perché, da tutti i punti di vista, rappresenta un notevole miglioramento rispetto a me. Anche se vi è qualcosa di fondato in questi commenti , non c’è mai stato però alcun dubbio che quest’uomo o questa donna scelti dal gruppo siano un caso clinico (…) il gruppo si trova impegnato nel sostenere, nel placare, nel calmare, nel blandire, nell’adulare e nel sottomettersi al suo membro più malato che è diventato adesso il capo; dobbiamo considerare questo sviluppo come il reciproco dell’assunto di base di dipendenza ‘abD’” (Bion W.R., 1961:127).

Leadership dei gruppi: il leader è il caso psichiatrico

Bion torna a più riprese a sottolineare “la complicazione provocata dal contatto stretto che si verifica in ‘abD’ tra la leadership del gruppo e il malato più grave del gruppo dal punto di vista psichiatrico (…); il gruppo, quando viene lasciato libero di agire spontaneamente, si sceglie come leader, nel caso ‘abD’, la persona più malata. Si è sempre saputo che accade così (…) (è evidente la) tendenza del gruppo, tutte le volte che rimane non strutturato, a scegliersi come leader il suo membro più malato (Bion W.R., 1961:130).

Sull'Autore

Adriano Legacci

Già direttore dell'equipe di psicologia clinica presso il poliambulatorio Carl Rogers e l'Associazione Puntosalute, San Donà di Piave, Venezia.
Attualmente Direttore Pagine Blu degli Psicoterapeuti.
Opera privatamente a Padova e a San Donà di Piave.
Psicoterapia individuale e di coppia.
Ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, disordini alimentari, disturbi della sfera sessuale.
Training e supervisione per specializzandi in psicoterapia

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