Storia dell'inconscio

Freud e l’inconscio

Scritto da Adriano Legacci

Freud e l’inconscio

Se si dovesse riassumere in un unico concetto il valore e la portata del lavoro freudiano, il concetto sarebbe quello di inconscio. Si tratta di un concetto con un valore al contempo topico e descrittivo dinamico.

A) L’aggettivo inconscio viene usato per qualificare l’insieme dei contenuti psichici non presenti nel campo attuale della coscienza.

B)  Nel senso topico, inconscio designa uno dei sistemi definiti da Freud nel quadro della sua prima topica dell’apparato psichico. In senso generale (ma non del tutto accurato, come vedremo in seguito) esso è cosituito da contenuti rimossi cui è stato rifiutato l’accesso al sistema preconscio-cosciente.

 

Freud e l’Inconscio. I caratteri essenziali dell’inconscio freudiano

a) I contenuti dell’inconscio  sono rappresentanti delle pulsioni.

b) Tali contenuti sono sono regolati da meccanismi specifici del processo primario, con particolare riferimento alla condensazione e allo spostamento.

c) I contenuti dell’inconscio, fortemente investiti di energia pulsionale, tentano di ritornare nella coscienza e di ripresentarsi sul piano dell’azione ma possono avere accesso al sistema “Preconscio – Cosciente” se non in qualità di formazioni di compromesso e dopo essere stati sottoposti alle deformazioni della censura.

d) Tali contenuti sono in larga misura (ma non esclusivamente) costituiti da desideri dell’infanzia sottoposti a fissazione nel sistema inconscio.

 

C) Nel quadro della seconda topica freudiana il termine inconscio viene utilizzatosoprattutto nella sua forma aggettivale: inconscio non è più la proprietà di una istanza particolare, poichè non qualifica solo l’ES, ma anche in parte l’IO e il SUPER – IO.

 

Freud e l’inconscio. Le origini. Gli studi sull’isteria

Freud e l'inconscioE’ a partire dagli studi sull’isteria (1892-1895) che Freud si convince della presenza di meccanismi psicologici inconsci nell’attività mentale umana.

“Studi sull’Isteria”, pubblicato nel 1895, è costituito da cinque capitoli.  Il primo, scritto in comune con il medico viennese Breuer, descrive il meccanismo psichico dei fenomeni isterici. Il secondo è un resoconto di casi clinici: uno di Breuer e quattro di Freud. Il terzo, opera di Breuer, espone una serie di considerazioni teoriche sull’isteria. Il quarto, di Freud, illustra il metodo psicoterapeutico impiegato nella cura dei casi.

 

Freud e l’inconscio. I meccanismi di difesa dell’Io.

I primi studi di Freud  guidano verso la considerazione che i disturbi di natura isterica non sono l’esito di un’alterazione di tipo organico: sono piuttosto l’esito di un conflitto psichico tra pulsioni e meccanismi di difesa messi in atto dall’Io.
Tra i meccanismi di difesa assume in questo contesto particolare rilievo la rimozione: l’inconsapevole archiviazione in una dimensione non cosciente della psiche di pensieri, desideri, rappresentazioni inaccettabili dalla coscienza.

 

Freud e l’inconscio. La scoperta di una dimensione inconscia della psiche

L’inconscio freudiano è un concetto di tipo topico e dinamico, nato sul terreno della prassi terapeutica. La pratica clinica rivela a Freud che lo psichismo non è integralmente riconducibile ai dati coscienti. Alcuni contenuti divengono accessibili alla coscienza solo dopo aver superato specifiche resistenze. La medesima pratica clinica rivela che la vita psichica è  “colma di pensieri efficaci sebbene inconsci e che da questi pensieri provengono i sintomi”  (Nota sull’inconscio in psicoanalisi, S. Freud, 1912).

E’ in questo contesto che emerge  l’esistenza di una dimensione inconscia della psiche, determinante tanto per il comportamento normale quanto per quello patologico.

Tale dimensione, o “luogo psichico”, si pone come sistema che ha contenuti, meccanismi, e forse un’energia specificici.

 

Freud e l’inconscio. I contenuti specifici dell’Inconscio.

Quali sono i contenuti specifici dell’inconscio?

a) Freud nell’articolo su L’Inconscio (Das Unbewusst, 1915) li chiama “rappresentanti della pulsione”. La pulsione ha una sorte particolare:

  • non può mai diventare oggetto della coscienza;
  • è  presente nell’inconscio solo tramite i suoi rappresentanti: fantasmi e trame immaginarie che possono essere concepiti come messa in scena del desiderio.

b) La maggior parte dei testi freudiani antecedenti alla seconda topica assimilano l’inconscio al rimosso.  L’inconscio si pone in tale prospettiva  come  una dimensione nella quale vengono relegati  -rimanendo però dinamicamente attivi- fantasie, impulsi, ricordi penosi o colpiti da divieto. L’assimilazione dell’inconscio con il rimosso individuale non appare del tutto corretta là dove si consideri che in numerosi testi lo stesso Freud fa riferimento a contenuti non acquisiti direttamente dall’individuo ma propri del patrimonio filogenetico e che rappresenterebbero l’elemento costitutivo del “nucleo dell’inconscio”.

c) Un’altra  equiparazione classica è quella dell’inconscio alla dimensione infantile presente in ogni essere umano. Ance su questo è necessario esprimere una riserva. Non tutte le esperienze infantili sono destinate a confondersi con l’inconscio: rimangono piuttosto nell’ambito della coscienza irriflessa, seconda l’accezione dei fenomenologi.

 

 

Freud e l’inconscio. Sogni, lapsus, atti mancati, sintomi.

I contenuti dell’inconscio premono in direzione della coscienza per trovarvi espressione sotto forma di sogni, lapsus, atti mancati  e sintomi, che rappresentano una formazione di compromesso con le forze rimoventi.

La rappresentazione più efficace e immediata della dimensione inconscia è costituita dal sogno:  punto di collegamento fra formazioni patologiche e comportamenti normali. L’analisi dei sogni diviene per Freud la “via regia” per comprendere l’inconscio.

I meccanismi (spostamento, condensazione, simbolismo) identificati nel lavoro onirico e nella formazione del sogno e costitutivi del processo primario sono parimenti presenti nelle altre formazioni classiche dell’inconscio (atti mancati e lapsus) che si rivelano equivalenti alle manifestazioni sintomatiche per la loro struttura di compromesso e la loro funzione di “appagamento del desiderio”.

 

Freud e l’inconscio. Esplorazione dell’inconscio

E’ tramite l’analisi dei sogni e il metodo delle libere associazioni  -elementi distintivi della pratica psicoanalitica- che diviene possibile a partire da  Freud l’esplorazione dell’inconscio.

 

 

 

Sull'Autore

Adriano Legacci

Già direttore dell'equipe di psicologia clinica presso il poliambulatorio Carl Rogers e l'Associazione Puntosalute, San Donà di Piave, Venezia.
Attualmente Direttore Pagine Blu degli Psicoterapeuti.
Opera privatamente a Padova e a San Donà di Piave.
Psicoterapia individuale e di coppia.
Ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, disordini alimentari, disturbi della sfera sessuale.
Training e supervisione per specializzandi in psicoterapia

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